L’emozione è la vita che alita, il fuoco che arde dentro noi a indicarci la via, illuminando la notte.
È il ponte fra noi e la realtà, perché non fossimo troppo soli e potessimo trovare un posto al sole, un porto sicuro.
È un sussurro, a volte debole, a volte forte, che possiamo imparare ad ascoltare.
A volte è il fruscio del vento, a volte il sibilo della tempesta che rischia di trascinarci chissà dove.
In ogni caso è tutto ciò che abbiamo, la compagna fedele di una vita, la fiaccola che non smette mai di illuminare.
È la prova che mamma natura o il buon Dio si sono accorti che non potevano metterci al mondo e lasciarci soli a trovare un sentiero ma dovevamo avere una voce, un segnale interiore cui dare spazio per trovare il nostro posto nel mondo, per entusiasmarci delle cose belle e imparare a superare quelle brutte.
Senza emozioni la grandiosità del creato sarebbe niente ai nostri occhi perché non avrebbero un colore, una risonanza, un vissuto.
Un fiore, una musica, un bacio… cosa sarebbero senza emozioni?
Ed è la catena che ci unisce agli altri, che ci fa stabilire un contatto, un affetto, un legame.
Come corde di una chitarra o di un pianoforte entriamo in risonanza con le emozioni altrui, vibriamo, le leggiamo, le interpretiamo come facevamo da piccoli, con le espressioni del volto della mamma…
Il primo incontro, il primo abbraccio, il primo bacio…ricordi indelebili intrisi di emozione, da essa nutriti, guidati, portati avanti…
Eppure…per tanto tempo non le abbiamo capite o abbiamo creduto che c’erano emozioni buone ed altre meno buone, da dominare ed assoggettare alla ragione.
E la stessa psicologia ha creduto che non fossero poi così importanti e non meritassero di essere studiate così a fondo...
Poi l’errore è stato corretto e ci si è accorti di quale ruolo importante giochino e come non esistano scelte, motivazioni, stati d’animo, successi e insuccessi, benessere e malessere senza il ruolo predominante delle emozioni.
E ha trovato posto fra le intelligenze e si è parlato di “intelligenza emotiva”, che non è tanto una dote innata quanto soprattutto “acquisita” perché competenti emozionalmente si diventa, imparando soprattutto ad ascoltarci e ad ascoltare.
“…la risposta amico soffia nel vento” cantava Bob Dylan......e quella risposta soffia e soffierà sempre nel vento. C’è e ci sarà sempre ma bisogna imparare ad ascoltarla, a leggerla, ad interpretarla.
E per far questo c’è bisogno anche di silenzio, di un po' di solitudine forse…
E in un mondo così accelerato, iperconnessi come siamo…riusciamo ad ascoltare?